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mercoledì 9 giugno 2010

On the road


L'esperienza dei bus africani è quanto di più etnico ci si possa immaginare. Vi passo le mie impressioni direttamente in loco, seduta al posto 53 (avevo in realtà il 44, ma a Choma devono aver fatto confusione e mi sono trovata addosso una Mama molto più grossa di me con un cesto da cui usciva la testa di una gallina un po' inquieta per la sua inusuale situazione e un biglietto con il numero 44, quindi... ubi maior) della tratta Lusaka Livingstone gestita dalla "Mazhandu family bus". L'andata l'ho fatta da vera signora, con un Gran Turismo Mercedes: due sedili di qua, due sedili di là, tappezzerie in velluto blu come la British Airways, poggiatesta di cotone cambiati ad ogni viaggio. Si parte alle nove del mattino da Livingstone si arriva con puntualità Svizzera sei ore e mezzo più tardi: è la cosiddetta corsa business. E c'è il suo bel perchè. Ti danno il giornale, un banana cake che ti strozzerebbe se non ci fosse una provvidenziale coca cola ghiacciata a far scendere il tutto. Aria condizionata e musichina zambiana in sottofondo che diventa molesta solo intorno a Mazabuka (ma siamo quasi arrivati) quando inspiegabilmente diventa un rock-gospel in cui batterie e tastiere accompagnano le lodi a nostro Signore. Di ritorno da Lusaka avevo prenotato la stessa corsa business delle nove del mattino ma , ahimè, il traffic jam di Lusaka non ha niente da invidiare alla tangenziale est di Milano verso le otto del mattino, quindi l'ho perso e mi sono imbarcata sul pop bus delle 11. Due sedili di qua, tre sedili di là, tappezzeria in vera plastica, ottima per sciogliere la cellulite, no giornali ma un giovane predicatore che sale in attesa della partenza e minacciando eventi catastrofici per l'umanità ti propone un libro che promette di salvarti l'anima dal fuoco dell'Inferno (direi con scarso risultato, non ne ha venduto nemmeno una copia). Viene servito un biscottino farcito di crema all'ameba e una sprite calda al punto giusto per uccidere la medesima. Ho un moto di giubilo quanto scopro che il 44 fa parte dei due sedili. Strizzata in mezzo a due zambiani che vi assicuro hanno una mole importante, sarebbe stato duro reggere le sette e passa ore di viaggio. Il sorriso interiore diventa l'urlo di Munch quando vedo arrivare il numero 43. Ma qualcuno di voi ha letto l'intrigante romanzo di Stephen King "Il miglio verde"? O almeno qualcuno ha visto il film con Tom Hanks? E allora vi ricorderete di Coffee "come la bevanda", il nerone ingiustamente accusato di omicidio grande come una montagna con le mani come magli. Eccolo lì davanti a me Coffee, che sistema il suo corpaccione , che dice "Sorry" e alza il bracciolo che ci separa, ultimo baluardo contro l'invasione nel mio sedile, che si addormenta come un sasso appena appoggia la testa. Coffee ha il sonno di un neonato, placido e rilassato, si abbandona, mi prende per il suo cuscino di casa e russa beatamente. Sono comunque una donna fortunata perchè Coffee scende alla prima a Mazabuka e al suo posto sale un bambinotto di circa dodici anni con la mamma che ha il posto dietro di me. Il teenager è grosso ma niente a che vedere con Coffee. Ha comunque un altro sgradevole problema: non ostante i 30 gradi interni (il pop bus non ha l'aria condizionata) indossa un piumino. Ideale per il gruppo Sella ma assolutamente sovrastimato per l'inverno zambiano. Fatti suoi direte. No, anche fatti miei: provate voi ad avere addosso un piumino con dentro un ragazzotto sudatissimo, addormentato sulla vostra spalla. Devo capire meglio comunque questa faccenda dei corpi che, addormentati si dilatano e invadono. Il sonno, a Dio piacendo non dura molto perchè parte una musica da giudizio universale, colonna sonora delle telenovela afro trasmesse a nastro dalla tv di bordo, di cui fino a quel momento non avevo notato la presenza, i cui episodi ci accompagneranno fino a Livingstone. Alle telenovela made in Nigeria dedicherò un post particolare: se lo meritano. Sappiate comunque che sono alla quarta ora di viaggio, il sole sta calando sul bush, il popolo del bus sta applaudento, fischiando e urlando perchè finalmente il marito ha svergognato la moglie che se l'era fatta con il suo ( di lui) migliore amico: botte da orbi all'uno e all'altro. La gallina al mio ex posto 44 è insolitamente zitta..che sia morta? Quella che sicuramente sta morendo è la batteria del mio PC. Passo e chiudo

1 commento:

  1. posso solo dire che la nostra esperienza bus (VIP bus, bada) sulla tratta Sukothai-Bangkok di notte con l'aria condizionata che c'erano i pinguini che giravano tra i sedili e il monaco buddista di fronte a noi che si era fatto su nelle sue vesti che sembrava lo Hobbit arancione (noi con su il pile a barbellare) e' stata, se non equiparabile, forse anche peggio....

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